domenica 11 maggio 2014

Piero Ciampi è un poeta, è stato un poeta. Lo ritengo l'espressione più rispondente alla mia idea di "autore" cioè di colui che non fotocopia la realtà, ma ne dà un'interpretazione intima, lirica e universale. Capisco anche come Ciampi sia stato emarginato e si sia anche lui stesso sottratto da un contesto che allora, come ora, è putrefatto odora di marcio e di morte. Parlo dell'ambiente dello spettacolo, tv compresa, in cui la poesia non ha teatro, sede, ufficio e nemmeno possibilità di sostare nei corridoi delle sale d'aspetto. Pero', pero', pero'...  io credo che a passi lenti ma inesorabili sarà un'arma, la poesia,  che scioglierà come acido la merda e la morte che spegne, soffoca e occlude menti, cuori e culi.  Noi, massa informe, carne da macello fatta di schiavi consumatori di vomito televisivo, preferiamo stimolazioni genitali primarie, ed è comprensibile quando non si è iniziati a un orgasmo più intenso e appagante che è quello dell'amore per l'Arte e con l'Arte. Un amore che coinvolge non solo i genitali ma il corpo, il cuore, la mente, lo struggente mistero della Vita. Grazie Piero e perdona i beoti che ora, come allora, non sono in grado di capire il tuo dono, non ci arrivano, non hanno cultura, sono cresciuti a tv e caramelle , capisci? Forse i loro figli ti capiranno, ti ascolteranno, ti cercheranno e ti ameranno, in verità lo stanno già facendo.... (Arthur Frame)


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