sabato 24 novembre 2012

Il Mondo sospeso di Caridad (Il mondo qualitativo)


Raramente capita di vedere lo spirito intelligente affiorare nelle opere e nei pensieri degli "artisti" di oggi. Caridad è una delle eccezioni. Le sue parole a coronamento delle scene dipinte sono calde e poetiche, descrivono l'ambiente che sta loro attorno; fatto di pensieri, di sensazioni, di quotidianità, uno dei fortunati casi in cui la "cornice" non è superflua e decorativa ma corpo dell'opera e questa cornice sentimentale è la vita stessa di Caridad, le sue relazioni, l'andare a prendere le uova fresche da un'amica, osservare che tempo fa fuori dalla finestra. Lei ci restituisce questa intimità nelle parole e nelle cose di ogni giorno,  ritagliando in pochi tratti un piccolo mondo, denso, come quello di Giorgio Morandi, con pari intensità nell'osservazione. Trovo bello anche il suo modo di esprimersi quando lei utilizza il termine "melograno seduto sul tavolo" al posto di "appoggiato" e altre licenze poetiche a commento dei quadri, nel tradurre l'inglese in italiano. L'opera di Caridad mi ricorda la regola della finitudine greca e la disciplina antica dell'Icona, cioè dell'arte sacra tradizionale. Questo suo lavoro ha una dimensione spaziale: il quadro contenente la piccola natura morta, e la cornice esistenziale dedotta dai commenti e poi c'è la dimensione temporale, la scansione degli appuntamenti quotidiani; un'opera al giorno. Questa forma di esistenza e di resistenza è totalmente controcorrente rispetto all'idea consumistica dell'arte sponsorizzata oggi, votata e svuotata nell’illimitatezza dell' esibizionismo. Caridad rappresenta quindi un ritorno alla dimensione del limite; al prendersi cura delle cose prossime. Al godimento percettivo del presente. All'avanzamento verso un'arte equosolidale che riporti la donna, l'uomo e  il bambino al centro della propria dimensione umana accettabile e praticabile. Questa è la vera misura oltre-moderna, l'unico situazionismo accettabile: la vita stessa. 

Rodolfo Bisatti



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